Risultati Unità Idrogeologica

 Nel procedere, la ricerca ha subito degli aggiustamenti, com'è inevitabile in operazioni del genere, molto articolate, complesse e da coordinare attentamente al loro interno.

In primo luogo sono occorse numerose difficoltà, dal punto di vista operativo, allorché, completata la raccolta dei dati disponibili (sostanzialmente connessa con la documentazione attinente alle stratigrafie risultanti da scavi e sondaggi per lavori vari, nella grande maggioranza di iniziativa pubblica) e portata avanti di concerto con l'altra Unità la campagna di individuazione dei pozzi ancora attivi e delle misurazioni connesse, si è definito l'insieme delle azioni da intraprendere con l'intervento diretto di CIIP S.p.A.
Si trattava, in sostanza, di attività di due tipi:
• procedere a liberare dalla vegetazione infestante le zone, in particolare sulle sponde fluviali lato centro storico comprese tra Porta Romana e Ponte Maggiore, in cui ci sono le sorgenti di fuoriuscita della falda (il Cesari ne aveva osservate qui ben 22), onde poterne successivamente misurare le portate in efflusso e le relative quote altimetriche di affioramento, significative per la disposizione di bordo della base impermeabile dell'acquifero;
• integrare le stratigrafie disponibili internamente al perimetro del centro storico con una serie di nuovi sondaggi, parte dei quali da attrezzare a piezometro (per essere in grado di effettuare successivamente delle prove di portata).
Per tutta una serie di motivi, CIIP S.p.A. non è stata in grado di fornire il suo apporto nei tempi necessari (si rammenta al riguardo che alcuni riscontri hanno carattere stagionale e vanno quindi fatti in “magra” e in “piena”), mentre la questione delle misure di portata delle sorgenti si è arenata sulla difficoltà di contattare, per gli accessi, i privati proprietari delle particelle di terreno d'interesse sulle sponde fluviali.
 
La seconda causa d'aggiustamento del programma di ricerca ha una natura strutturale, meno contingente di quella appena richiamata.
Infatti, avendo comunque proceduto nella raccolta dati, ad un certo punto si è concluso che il sistema falda sottostante al centro storico di Ascoli Piceno è più ridotto, irregolare e delicato di quanto si pensasse: ne deriva immediatamente che la messa a punto di un modello matematico di utile impiego diventava molto più difficoltosa e meno affidabile.
D'altra parte, c'era anche da chiedersi se il modello potesse rappresentare davvero, nelle condizioni accertate, lo strumento con cui procedere alla scelta ed al dimensionamento degli interventi di risanamento: considerata la modesta entità del sistema, questi vanno ripensati e possono al più limitarsi a prelievi diffusi escludendo più classiche opere di drenaggio, dunque sulla falsariga di quanto si sta già verificando spontaneamente, da anni, con la realizzazione negli scantinati privati di pozzetti di carico muniti di piccole pompe comandate in automatico dalla crescita del livello idrico, a scaricare periodicamente acqua in fognatura fino a riabbassarlo ad un valore opportunamente prefissato. Tutto ciò ha condotto a rivedere l'intera questione del modello, rinunciando alla sua implementazione in sede di ricerca per prospettarne in futuro casomai un'altra, rivolta ad una finalità complementare: non più strumento di simulazione per la definizione di opere di drenaggio e risanamento del sistema ma mezzo di monitoraggio e controllo delle perdite della rete di distribuzione idrica.
In questa nuova prospettiva si deve ritenere che Comune di Ascoli Piceno e CIIP S.p.A. possano essere interessati, a prescindere da ogni altra considerazione e possibilità di finanziamento Comunitaria o Regionale, a rendere disponibili le limitate risorse necessarie.

Quanto sopra, con un cambiamento della tipologia degli interventi di risanamento, evidenzia un primo risultato della ricerca,che va a configurare un “sistema di prelievo diffuso” come modalità d'intervento da seguire per l'abbassamento del livello dell'acqua sotterranea: i termini esecutive di tale sistema (in particolare la densità territoriale dei nuovi pozzetti, la loro ubicazione – si ritiene preferibile presso proprietà pubbliche –, le caratteristiche di portata e prevalenza delle pompe, l'eventuale ricorso ad un approvvigionamento energetico con pannelli fotovoltaici, i costi di gestione a regime) andranno definiti successivamente nel dettaglio.
Va da sé che, prima della stessa progettazione dell'intervento, sarebbe comunque opportuno provvedere ad un miglior controllo e contenimento delle perdite in rete (onde non giungere, tra l'altro, ad un loro peggioramento per l'abbassamento della superficie freatica nelle zone interessate) e poi all'eventuale implementazione “mirata” del modello matematico.
La sequenza logica dovrebbe essere, in tale senso:
• riduzione delle perdite;
• integrazione ed aumento di “densità” delle indagini di campagna;
• messa a punto del modello per il monitoraggio;
• progettazione esecutiva dei pozzetti di prelievo (“sistema di prelievo diffuso”),
come sintetizzato nel semplice diagramma di flusso riportato nella Figura alla fine del presente paragrafo.

Ulteriori risultati della ricerca riguardano l'enorme crescita di qualità delle conoscenze complessive sulla falda e sono schematizzabili come nelle Tavole che corredano la ricerca, prodotte dall'Unità Idrogeologica con l'ausilio del Sistema Informativo Territoriale, SIT, della Provincia di Ascoli Piceno.
A tali Tavole si rinvia, consigliando di prestare attenzione, in particolare a quella della superficie freatica (cioè delle quote altimetriche, misurate sul livello del mare, mediamente raggiunte dalle acque nel sottosuolo), a quella dello “spessore” indicativo del terreno imbevuto d'acqua (tra la superficie freatica e la base di roccia impermeabile su cui l'acqua scorre), a quella delle due sezioni Nord-Sud ed Ovest-Est ricavate lungo le direzioni di massima rispettivamente di Via Pretoriana-Via del Trivio e di Corso Mazzini. E' interessante, infine confrontare tali risultati con la ricostruzione dello stesso sistema freatico realizzata dall'Ing. Enrico Cesari nel 1903.


 


Sezione trasversale e longitudinale


Differenza tra superficie di falda e arenaria


Superficie falda freatica


Mappa Ing. Enrico Cesari