Premessa
 L'idea che l'acqua del sottosuolo possa influire sensibilmente sulla velocità dei processi di degrado della città e che anche di ciò occorra tener conto nel contrastarli è emersa al livello locale, almeno a memoria di chi scrive, nel corso del convegno “Dove va il centro storico? Incontri con la città di Ascoli Piceno”, articolato su alcune giornate di studio ed organizzato dalla sezione locale di “Italia Nostra” nella prima metà dell'anno 1984.

Sicuramente c'è da immaginare che la fenomenologia e le problematiche connesse fossero state evidenziate in precedenza da esponenti del mondo culturale, tecnico e professionale cittadino, tuttavia non sembra che ciò abbia prodotto documentazione specifica particolarmente eclatante, a quanto ci è stato dato constatare, se si fa eccezione per il contributo fornito all'inizio del Novecento da Enrico Cesari, al tempo Ingegnere Comunale (cfr. la sua pubblicazione “Elementi tecnici per lo studio di un progetto di fognatura per la città di Ascoli Piceno”, 1903, Stabilimento grafico Cesari, Ascoli Piceno). Infatti, costui lanciò in proposito un primo grido d'allarme, sulla falsariga di quanto cominciava a manifestarsi in città dopo l'arrivo dell'acquedotto del 1891: egli giudicò che l'aumento degli afflussi di acqua nella falda freatica fosse connesso con gli scarichi di troppo pieno dei serbatoi (al tempo in gran parte sversati direttamente nei pozzi) ed in genere con la crescita dei consumi idrici, anche tramite le fosse disperdenti collegate alle abitazioni.

Nell'esporre come si è sviluppata la presente ricerca e nell'evidenziare i principali risultati cui è pervenuta, ci sembra giusto richiamarne la genesi, sia per illustrare le difficoltà incontrate prima di giungere al suo avvio operativo sia per ricordare persone, soggetti ed istituzioni che ne hanno consentito la realizzazione. Ad essi va il nostro ringraziamento.